Al lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino
La crisi delle Fondazioni Liriche, che raggiunge drammaticamente il suo apice al Maggio Musicale, al Teatro Carlo Felice di Genova e al Lirico di Cagliari, evidenzia la precisa volontà governativa di smantellare quelli che la legge 367/96 individuava come centri di prioritario interesse nazionale che operano nel settore musicale.
La vicenda del Maggio, sotto questo profilo, è emblematica e rappresentativa delle direttrici programmatiche perseguite dal Ministero.
Firenze ha visto erigere un “Parco della Musica” attingendo a finanziamenti europei e statali sulle ceneri delle Officine Grandi Riparazioni delle FS, che promettendo lo spostamento in altra zona del circondario hanno ottenuto il cambio di destinazione d’uso di una vasta area in una zona di pregio.
La costruzione di un nuovo teatro affiancato al vecchio edificio, messo in vendita tramite aste pubbliche andate deserte e con base in continuo ribasso, la dicono lunga sulla confusione della politica che privilegia speculazioni, incurante se l’effetto consiste nella realizzazione di contenitori vuoti e cattedrali nel deserto.
I facili entusiasmi incautamente diffusi dalla nomina di Massimo Bray a responsabile del Mibac, stanno lasciando spazio all’amarezza dovuta alla constatazione che nulla è cambiato rispetto a quanto sopra evidenziato.
Il Ministro si è recato in visita a Firenze, lasciando intendere che si sarebbe speso per trovare una soluzione alla crisi della Fondazione, e dopo una sola settimana il commissario Francesco Bianchi ha comunicato il licenziamento di 119 lavoratori, smantellando servizi e addirittura l’intero Corpo di Ballo. Lo stesso Ministro, invitato dai lavoratori del Carlo Felice di Genova alla prima recita di Traviata, non aveva nemmeno il riguardo di declinare l’invito. In ultimo, non si recava neppure alla manifestazione indetta a Roma il 10 giugno u.s., palesando quale sia la sua reale sensibilità e attenzione alla crisi di un intero settore, che dovrebbe essere il biglietto da visita della nazione nel panorama musicale mondiale.
I lavoratori devono essere consapevoli che per tentare di arginare questo processo è necessaria un’azione unitaria e coesa, evitando divisioni tra gruppi che ad altro non servono se non a facilitare il compito agli esecutori materiali di queste direttive.
Lo SNATER, primo sindacato autonomo a nascere in Italia, inizialmente costituitosi in RAI e successivamente affermatosi nel settore dei servizi di TLC, presente in Telecom Italia e TIM, sta gradualmente affermandosi nel mondo delle Fondazioni Liriche dove si qualific per il suo rapporto diretto con i lavoratori e denunciando sempre con rigore le criticità degli accordi sottoscritti da CGIL-CISL-UIL.
Molti di questi accordi hanno prodotto un progressivo indebolimento dell'assetto economico - normativo dei lavoratori e limitato fortemente il campo dei loro diritti. Si è avviato così un processo caratterizzato dalla caduta del reddito, dalla deprofessionalizzazione, dalle varie flessibilità e soprattutto dalla restrizione del campo dei diritti.
Piena solidarietà va pertanto a tutte le maestranze, in particolare a coloro individuati dal Commissario quali capri espiatori della crisi in corso; Commissario che non si risparmia neppure commenti sprezzanti e irriguardosi verso una categoria sofferente e preoccupata della propria sopravvivenza e del proprio futuro definendo il teatro uno “stipendificio”.
A questi “signori” va ricordato che la crisi delle Fondazioni nasce da lontano, quando il Ministero stesso e le amministrazioni locali inviavano sovrintendenti e dirigenti, spesso sempre gli stessi, ad accumulare debiti e sperperare risorse; oggi le responsabilità vengono rigettate unicamente sui lavoratori, ai quali viene chiesto di pagare il conto finale.
La difesa dell’occupazione e del contratto sono le nostre linee guida per un’autentica azione di lotta.
Snater-USB
Segreteria nazionale Fondazioni Liriche
Genova, 21 giugno 2013