Appalto musei Prato: ORA BASTA !
Appalto Musei Prato : ORA BASTA !
Ad una fase di dialogo apparentemente proficua tradottasi in riunioni tra i soggetti gestori dei musei di Prato, il Comune di Prato, la Società Cooperativa Culture e i sindacati, non hanno fatto seguito i risultati sperati. All’impegno di un incontro tra la direzione di Coopculture e i sindacati si risponde con l’esclusione della Scrivente O. S. USB dal tavolo di trattativa sulle violazioni del CCNL da parte della cooperativa, in barba alla tutela della rappresentanza e della pluralità sindacale. Alla richiesta di maggiore chiarezza, stabilità, tempestività nelle comunicazioni relative ad aperture straordinarie, chiusure, modifiche orarie, si risponde tagliando servizi da un giorno all’altro.
In data 26/06/2022 la cooperativa appaltatrice, per l’ennesima volta, ha comunicato ai propri lavoratori un taglio delle ore lavorative dovute alla cancellazione degli spettacoli al Nuovo Cinema Pecci da parte del soggetto gestore Fondazione per le Arti contemporanee della Toscana.
Per l’ennesima volta, la diminuzione oraria del servizio e delle ore lavorative avviene da un giorno all’altro, comunicata (e forse decisa) all’ultimo momento, senza curarsi delle condizioni dei lavoratori ai quali era stato assicurato solo poche settimane prima che le proiezioni sarebbero proseguite fino a fine luglio (cosa che avrebbe consentito di tamponare la sospensione del servizio con le ferie).
Per l’ennesima volta, la cooperativa appaltatrice acconsente senza battere ciglio.
Da quasi 6 anni il cinema è tenuto aperto grazie al senso del dovere e alla responsabilità dei lavoratori, che se ne sono sempre occupati pur in assenza di un adeguato inquadramento contrattuale. Non essendo stato previsto nel bando dei servizi museali integrati di 3 anni fa (per motivi ad oggi non chiari, in quanto è sempre stato uno dei servizi di punta offerti dal Centro Pecci: come è stato possibile dimenticarsi di inserirlo nel bando?), nonostante fosse in funzione già da 3 anni, il cinema è sempre stato soggetto a tagli, chiusure repentine, lasciando nella totale insicurezza i lavoratori.
Quello che per la Fondazione è un servizio potenziabile o tagliabile a piacimento, a seconda dell’andamento degli incassi, per i lavoratori è parte integrante del proprio salario e della pianificazione della propria vita fuori dal posto di lavoro. (Il taglio prevede la perdita di circa 165 ore lavorative)
L’amministrazione come si pone in tutto ciò? Delegare la gestione dei servizi museali grazie al sistema degli appalti comporta un costo gravoso per l’amministrazione, che non si traduce in maggiori diritti e maggiori salari per i lavoratori, che certo sarebbero più tutelati se internalizzati; l’amministrazione sceglie di non occuparsi di queste questioni delegando ad un soggetto appaltatore che faccia il “lavoro sporco”.