Firenze: Comunicato su scuole comunali

Firenze -

La vicesindaca Giachi ha risposto alle accuse lanciate dal Comitato dell'Infanzia non si appalta, secondo cui quest'anno c'è un forte calo delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia comunale.

La risposta è apparsa in un articolo di Repubblica Firenze del 14 maggio: il calo – secondo la vicesindaca – non c'è ed è da imputarsi al calo delle nascite. Ma se il calo c'è, allora è da imputarsi ai genitori del Comitato e alle maestre del Comune, le quali – a dire della Giachi – boicottano la 'convivenza coi privati nei pomeriggi'.

Risposta assolutamente scomposta e fuori luogo, inaccettabile ancora di più perchè arriva dalla seconda figura istituzionale della città. Inaccettabile perchè generica e priva di qualunque fondamento.

L'aggressione della vicesindaca alle maestre del comune si basa su accuse gravissime che, però, non hanno alcun fondamento concreto e sembrano essere una scusa per non rispondere seriamente a dati concreti che dimostrano la criticità della scelta operata dall'amministrazione.

Difendere le maestre da tali accuse non è solo un dovere sindacale.

La difesa da questo attacco è anche una difesa del patrimonio pubblico di fronte a chi ha deciso – senza ascoltare il parere dei cittadini – di smantellare sistematicamente un servizio pubblico. Con l'aggravante che nel caso delle scuole comunali, si trattava di un servizio di eccellenza, che le maestre hanno portato avanti per decenni: può il ringraziamento essere un'accusa simile?

La vicesindaca sembra peraltro dimenticare che non sta solo umiliando in maniera odiosa delle lavoratrici, ma anche delle cittadine ed elettrici, preferendo parlare a sproposito, invece di aprire finalmente un tavolo di discussione serio ed ascoltare tutte le parti in causa: i sindacati, in rappresentanza dei lavoratori e i comitati, in rappresentanza degli utenti. Ma intraprendere percorsi virtuosi non è evidentemente nelle capacità degli esponenti di quest'amministrazione, che preferiscono tapparsi le orecchie, pestare i piedi e urlare, come farebbe appunto un bambino della scuola dell'infanzia.

Ma questo vorrebbe dire essere costruttivi, vorrebbe dire fare proprio l'insegnamento democratico, secondo cui le decisioni vanno prese insieme a tutte le parti in causa.

Ma l'esempio dei migliaia di lavoratori in appalto del Comune di Firenze dimostra che la costruttività e le buone pratiche di governo non appartengono a questa giunta, che la scelta dell'amministrazione è quella di smantellare, non migliorare il servizio pubblico, dandolo in mano a cooperative e aziende private senza curarsi delle condizioni economiche e contrattuali che queste attuano sui propri lavoratori.

Forse è proprio per questo motivo che la vicesindaca si rivolge con tanta acrimonia alle lavoratrici della sua amministrazione. Forse il sogno di quest'amministrazione e di questa giunta è quella di avere al proprio servizio non più lavoratori con cui trattare direttamente, ma aziende e cooperative private che fanno da tramite e che hanno il compito di abbattere il costo non economico ma etico del lavoro.

Per questo motivo la battaglia sindacale sul fronte delle scuole comunali sarà, da parte di USB, dura e senza tregua: non si difendono solo i diritti delle lavoratrici – a cui si spera che come minimo la vicesindaca e l'amministrazione tutta facciano le proprie scuse ufficiali – ma si difende l'intero patrimonio pubblico, che incuranti di proteste e problematiche oggettive, la giunta sta sistematicamente smantellando.

 

Firenze 15 Maggio 2016