GKN, Melrose conferma i licenziamenti e il Mise mette sul piatto la cassa integrazione. USB: così il governo indebolisce la lotta dei lavoratori
Al tavolo di mercoledì 4 agosto su GKN, alla Prefettura di Firenze, davanti alla posizione compatta di istituzioni e organizzazioni sindacali sulla necessità di ritirare i licenziamenti come base di partenza per la discussione, i rappresentanti del fondo Melrose (intervenuti nuovamente da remoto) confermano invece la procedura di licenziamento collettivo per i 450 lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, per bocca del viceministro Alessandra Todde, ha rappresentato all'azienda la possibilità di garantire tutti gli strumenti disponibili, chiedendo di ritirare i licenziamenti al fine di prendere tempo ed esplorare la possibilità del subentro di soggetti per accompagnare o rilevare lo stabilimento, come fra l'altro auspicato dalle organizzazioni sindacali confederali.
Per USB non è convincente la proposta come formulata dal viceministro: si rischia di indebolire la lotta in un quadro in cui intanto GKN ottiene la conferma di potersene andare, le persone vengono collocate in Cassa Integrazione e poi si vedrà chi arriva e a quali condizioni subentra. Con buona pace della mobilitazione dei lavoratori.
Per la nostra organizzazione va posta con forza la necessità di una decisa assunzione di responsabilità del governo davanti ad un'azienda arrogante, senza scrupoli e che vuole andarsene dettando pure le condizioni.
Per USB, infatti, continua a essere necessario che si metta in discussione anche la validità stessa di procedure come questa. Il rischio è che in un quadro di trasformazione del settore dell'auto si apra un precedente pesantissimo che legittimi le aziende a licenziare massicciamente e ristrutturare a fronte di motivazioni generiche che nulla hanno a che fare con la reale situazione economica e produttiva dell'azienda.
A nostro avviso il governo deve intervenire anche sulle politiche industriali proprio per evitare scusanti risibili come quella di GKN per dichiarare crisi e licenziare lavoratori impunemente. Serve una discussione generale sull'Automotive e sul quadro di riconversione generale del settore.
Anche sul possibile utilizzo degli strumenti dichiarati a disposizione della discussione, come USB abbiamo ribadito la necessità che davanti ad aziende come questa,non si può prescindere da un intervento di Stato vero, chiamando in causa Stellantis e ragionando senza preclusione su nazionalizzazione e requisizione degli impianti.
Non è accettabile che si garantiscano - citiamo il viceministro - "strumenti a costo zero" per l'azienda, in un quadro di perdita di posti di lavoro e in mancanza di chiarezza sulla continuità produttiva e il rilancio dello stabilimento di Campi Bisenzio. Va chiesto conto degli impegni sia sul piano occupazionale che industriale.
USB continuerà a sostenere la lotta di questi lavoratori, consapevoli delle difficoltà e delle contraddizioni che si stanno aprendo. Vorremmo però discutere in prima battuta di soluzioni diverse della "vendita al miglior offerente" e pur non sottraendoci alla discussione, non siamo disposti ad arretrare davanti a questo vuoto generale di idee e alla palese mancanza di coraggio istituzionale nel porre il privato in subordine alla strategia industriale di Stato, con una inversione di sistema.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato
Firenze 4 agosto 2021