Luana D'Orazio morta sul lavoro per manomissione dei sistemi di sicurezza. Nessuno è responsabile!

Firenze -

Luana D'Orazio morta sul lavoro per manomissione dei sistemi di sicurezza. Nessuno è responsabile! I titolari dell'azienda hanno patteggiato. Il tecnico è stato appena assolto. Quanto vale una vita nel nostro Paese?

La recente sentenza sul caso di Luana D’Orazio riapre una ferita profonda nella nostra comunità e pone nuovamente sotto gli occhi di tutte e tutti l’emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro. Operaia ventiduenne e mamma di un bambino di 5 anni e mezzo all’epoca della sua morte, Luana il 3 maggio 2021 rimase schiacciata da un orditoio nell’azienda Orditura Srl di Montemurlo.
Ricordiamo che per la vicenda i titolari dell’azienda, la signora Luana Coppini e il signor Daniele Faggi, avevano già patteggiato pene rispettivamente di due anni e un anno e mezzo per omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. Adesso, il tecnico manutentore imputato, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto due anni e otto mesi, è stato assolto dal Tribunale di Prato. 

Nel corso del processo è emerso che l’orditoio era stato manomesso, secondo l’accusa, per farlo girare a velocità superiore e quindi aumentare la produttività, a discapito della sicurezza.
Il drammatico incidente, che ha strappato Luana alla sua famiglia e ai suoi affetti, non è stato una fatalità! È il risultato di un sistema che pone il profitto prima della vita, che sacrifica la sicurezza sul lavoro sull’altare della produttività, che tollera l’irregolarità e la mancanza di controlli come se fossero effetti collaterali inevitabili dell’economia e della filiera produttiva.
La sentenza, che assolve un imputato in una vicenda così grave, conferma un dato tanto evidente quanto drammatico: quando si taglia sulla sicurezza, quando si accettano ritmi impossibili, quando si pensa che ridurre i tempi di lavorazione valga più della protezione delle lavoratrici e della loro vita, allora ogni macchina può trasformarsi in una trappola mortale!

USB Firenze ribadisce che le responsabilità individuali, ammesso che siano attribuite, non bastano. È l’intero modello organizzativo del lavoro ad essere malato: appalti, subappalti, lavoro nero, salari insufficienti a condurre una vita dignitosa, produzioni cottimistiche e assenza di potere reale per le lavoratrici e i lavoratori di fermare impianti e condizioni di lavoro non sicure.

Serve un cambio radicale. Per questo, CHIEDIAMO:

  1. l’adozione immediata della proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro;
  2. un piano straordinario di ispettori e controlli, soprattutto nei distretti produttivi ad alto rischio;
  3. la revisione delle norme sul subappalto e sulle responsabilità di filiera;
  4. un impegno concreto affinché le macchine industriali non possano essere modificate o manomesse senza tracciabilità e responsabilità certe;
  5. la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che denunciano condizioni non sicure.

Luana non è una notizia di cronaca: è una vita che non c'è più, è il simbolo di uno sfruttamento che attraversa la Toscana e tutto il Paese. Finché le vite verranno subordinate alle logiche del profitto, i Tribunali continueranno a occuparsi di tragedie che si sarebbero potute evitare.

USB Firenze chiama alla mobilitazione! 
Le morti sul lavoro non sono incidenti: sono il prodotto di precise scelte politiche e padronali che colpiscono sempre le stesse classi sociali. Per questo la battaglia sulla sicurezza è una battaglia generale, che riguarda il salario, il welfare, i diritti, il tempo di vita e la qualità del lavoro.

Nelle conclusioni della sentenza si condanna un fatto, ma noi pretendiamo che si cambi un sistema!
Per questo rilanciamo lo sciopero generale del 28 novembre, contro la finanziaria di guerra che taglia proprio sulla sicurezza, sul lavoro pubblico e sui diritti sociali.
E invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza a Roma il 29 novembre, per una grande manifestazione contro il Governo Meloni, che rimetta al centro la vita e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.

Per Luana e per tutte le vite spezzate dal lavoro. Cambiare si deve! Per farlo, bisogna lottare!
USB Firenze