Promod chiude i suoi 37 negozi in Italia!
Licenziamento collettivo senza neanche un’ora di sciopero alla Promod!
Promod dichiara di resistere alle tendenze estemporanee costruendo il proprio stile personale. Uno stile fatto di 176 licenziamenti, a cui vanno aggiunti i lavoratori stagionali e quelli dell’indotto e la chiusura di 37 punti vendita e della sede di Cinisello Balsamo.
La procedura di licenziamento si è conclusa in data 16 aprile 2018 al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La procedura si è conclusa, però, senza neanche un minuto di conflitto, come testimoniano delle lavoratrici che si sono presentate presso la nostra sede quando ormai era troppo tardi anche solo per fare un controllo sulle buste paga prima di firmare licenziamenti e conciliazioni.
Le grandi catene continuano, da anni, ad aprire colossi in cemento armato devastando il territorio su cui sorgono. Le relazioni umane nei centri storici delle città vengono azzerate a causa del ridisegnamento dei centri urbani. Le amministrazioni comunali, invece, di frenare tutto questo lo favoriscono, ripensando i centri cittadini in funzione non delle persone, ma degli interessi commerciali dei gruppi finanziari.
Alla prima crisi, come sempre, i negozi vengono chiusi e le conseguenze vengono scaricate sulla collettività.
La definiscono “marcata flessione della marginalità”, ma è, nei fatti, il risultato nefasto del capitalismo, messo in atto grazie alla complicità dei suoi servi.
Il commercio è un settore che rappresenta per il padronato, non solo italiano, un laboratorio privilegiato di sfruttamento, utile a sperimentare riduzione dei salari, abbattimento delle maggiorazioni domenicali e festive, aperture serali e notturne, flessibilità e precarietà lavorativa, esternalizzazioni, oltre a orari e turni lesivi della salute psicofisica di lavoratrici e lavoratori.
La vicenda Promod, come già molte altre, ha un triste e vergognoso risvolto. Il tutto si è consumato senza un’ora di sciopero, senza una minima mobilitazione dei sindacati confederali che, come sempre, si sono adoperati per avviare tutte le procedure di licenziamento.
Nemmeno un’ora di sciopero è stata proclamata, nemmeno la più piccola azione conflittuale contro 176 licenziamenti!
Azienda ed istituzioni non sono state chiamate a dare risposte delle loro responsabilità.
Eppure, i dati dell’Agenzia del Lavoro confermano la situazione ormai al limite del settore del commercio. Incrementano, infatti, le assunzioni, ma il saldo occupazionale risulta essere negativo, questo perchè si continua a perdere lavoro buono, a tempo indeterminato e stabile a favore di nuove tipologie flessibili e senza tutele.
La fibrillazione è destinata a continuare. Nel ramo supermercati sono in arrivo nuovi operatori, a partire dalla tedesca Aldi, ma altri soggetti sono in fase di crisi e ristrutturazione.
Dobbiamo aprire, nel settore, una nuova stagione di lotte che coinvolga tutti i soggetti interessati. Una stagione di riconquiste di tutti i diritti persi nel corso degli ultimi rinnovi contrattuali.
Nel 2015 anche la Filcams CGIL ha firmato un vergognoso contratto che, fra le altre cose, obbliga al lavoro festivo e intacca pesantemente il pagamento della malattia.
La nostra solidarietà, oggi, va a tutti i lavoratori del gruppo Promod che avevano bisogno di un Sindacato, un Sindacato di lotta e non di quelli con la penna in mano, disposti a svendere i lavoratori.