Sciopero 22 settembre a Firenze. Abbiamo bloccato tutto! Palestina libera!

Firenze -

Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Firenze paralizzata! Autostrada A1 bloccata. Snodi principali del tessuto produttivo della piana bloccati. Un grande movimento di massa ha fermato per un giorno la produzione e la circolazione delle merci per dire ai governi alcuni parole chiare e precise: fermate il genocidio in Palestina! Abbasate le armi! Investite le risorse nello stato sociale, non nelle guerre!

La giornata di sciopero e manifestazione del 22 settembre a Firenze ha segnato un momento di grande forza collettiva.

Lavoratrici, lavoratori, studentesse e studenti sono scesi in piazza con un obiettivo chiaro: fermare il genocidio del popolo palestinese e contrastare l’economia di guerra e le sue ricadute sulle nostre vite e sul lavoro.

La mobilitazione ha avuto un carattere determinato e incisivo: abbiamo bloccato l’autostrada e i principali snodi della logistica di Firenze e della piana, colpendo direttamente il sistema che alimenta lo sfruttamento, la guerra e i profitti di pochi. Siamo andati davanti alla Leonardo denuncianone la natura di industria della morte.

Quella di oggi è stata la dimostrazione che quando chi lavora sceglie di unirsi e lottare, può fermare i flussi della produzione e della distribuzione, può inceppare i meccanismi che sostengono la macchina della guerra e dello sfruttamento.

Non ci interessa il dibattito provincialistico tutto interno alle istituzioni del nostro Paese tra la destra che criminalizza le manifestazioni per la Palestina e la cosiddetta sinistra che le difende. Noi non stiamo né con gli uni né con gli altri. Perché la sinistra che solo oggi, dopo l’oceano sceso in piazza ieri in tutto il Paese, prende parola sullo sciopero sostenendolo, non ha speso un grammo di energia per costruirlo. Le opposizioni di governo sono le stesse forze politiche che hanno contribuito a distruggere welfare e dignità del lavoro.
Lo spazio politico dentro cui vogliamo continuare a costruire la mobilitazione per la Palestina e per la riconquista della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori è alternativo allo sterile bipolarismo della politica istituzionale italiana!

Il 22 settembre non è stato un punto di arrivo, ma un punto di partenza: da Firenze e dal resto d'Italia si è alzato un segnale forte, che dice che non resteremo complici, non resteremo in silenzio! Rivendicazioni politiche e rivendicazioni sindacali sono le due facce di una stessa medaglia. Continueremo a organizzarci per costruire lotta, solidarietà e resistenza, fino a fermare le guerre e il genocidio in Palestina, per conquistare giustizia per chi lavora!

Palestina libera! Abbassate le armi! Alzate i salari!