Sciopero di ferragosto ai Gigli: le finte battaglie di Filcams CGIL, Uiltucs Toscana e Fisascat CISL

Firenze -

USB Firenze denuncia l’ipocrisia di Filcams CGIL, Uiltucs Toscana e Fisascat CISL che, dopo aver firmato Contratti Collettivi Nazionali nel commercio e nella grande distribuzione senza alcun reale miglioramento delle condizioni di chi lavora, stiamo parlando di salario e di organizzazione del lavoro, oggi si presentano come paladini della causa con uno sciopero di Ferragosto presso il centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio.

La verità è che il 15 agosto – così come tutte le festività – i negozi e i centri commerciali della piccola, media e grande distribuzione dovrebbero rimanere chiusi. In questo modo, le lavoratrici e i lavoratori avrebbero diritto al riposo e alla festività pagata, senza essere costretti a scegliere tra stare con le proprie famiglie o perdere salario.
Ricordiamo come ci sia anche una sentenza della Cassazione (n. 29907/21) che dispone che i giorni festivi debbano essere concordati con il lavoratore.

Con lo sciopero chi lavora rinuncia a una giornata di paga; con la chiusura festiva, invece, la retribuzione sarebbe garantita e il diritto al riposo rispettato.
Lo sciopero è uno strumento serio ed efficace, ma non va usato a fini demagogici.

Da anni queste stesse organizzazioni sindacali sottoscrivono accordi e contratti che hanno lasciato i salari fermi al palo, senza alcun adeguamento reale all’aumento del costo della vita, peggiorato orari e turni, aumentando la flessibilità a vantaggio delle aziende, mantenuto e rafforzato nei fatti la precarietà.

USB non fa passerelle e non procede per slogan. La difesa della dignità del lavoro richiede coerenza e lotte vere, a partire dalla pretesa di contratti collettivi che migliorino la condizioni di vita e di lavoro di chi garantisce la produzione.

Per questo rivendichiamo:
    •    L’istituzione di un salario minimo per legge con aumenti salariali veri e adeguati all’inflazione;
    •    La chiusura di negozi e centri commerciali nei festivi, con pagamento della festività;
    •    La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
    •    Lo stop al precariato e la stabilizzazione di chi lavora.

USB è e resta al fianco di chi ogni giorno, festivi compresi, garantisce profitti miliardari alle grandi catene della distribuzione. Ma il rispetto dei diritti non si ottiene con iniziative di facciata: serve un sindacato che dica no allo sfruttamento 365 giorni l’anno. Non servono organizzazioni sindacali che da un lato hanno di fatto collaborato alla progressiva perdita di diritti e salario e dall’altro non hanno mai messo in discussione tutti gli impedimenti reali per un lavoro davvero libero e dignitoso, a partire dai CCNL a perdere e dalla legge 146, definita non a caso legge anti-sciopero!