Tante lotte un'unica vertenza: delegazioni da tutta la Toscana manifestano al palazzo della Regione
Ottenuto un incontro con Valerio Fabiani Consigliere per i tavoli di crisi. USB: Impensabile tenere separati tavoli di crisi e politiche di sostegno alle imprese.
Nella giornata di ieri, venerdì 11 febbraio, si è svolto un presidio sindacale sotto i palazzi della Regione Toscana a Firenze. Alta la partecipazione tra iscritt* e delegat* di USB con delegazioni provenienti da tutta la Toscana. E tante anche le vertenze rappresentante, protagoniste purtroppo, anche di alcuni tavoli di crisi aperti proprio dalla Regione Toscana.
Si passa dai lavoratori degli aeroporti a quelli del settore igiene ambientale. Dai più importanti complessi industriali della Regione come Piaggio, Eni e Acciaieria JSW di Piombino passando per la logistica , il settore dello spettacolo e il settore auto motive. Un segmento in cui la transizione verso i motori elettrici produrrà probabilmente contraccolpi occupazionali importanti in territori già colpiti in modo significativo vista la presenza di tante aziende di componentistica.
Tante lotte un’unica vertenza, questo è stato lo slogan che USB ha deciso di portare in piazza perché il primo obiettivo era proprio quello di dare un segnale di unità tra le vertenze aperte. Nessuno si salva da solo e la solidarietà è un’arma che va esercitata veramente e non solo sbandierata quando fa comodo. In cima all’agenda naturalmente la questione dei due delegati sindacali della CSO licenziati per un volantino. A loro va tutta la solidarietà e la vicinanza della nostra organizzazione.
Tanti anche gli interventi che si sono susseguiti in Piazza Duomo. Abbiamo ascoltato la rabbia di tutti quei lavoratori e lavoratrici che aspettano ancora un intervento risolutivo da parte delle istituzioni locali e Regionali. In un contesto, quello attuale, che vede anche un aumento vertiginoso del costo dei beni di prima necessità e delle spese energetiche. Un contesto “esplosivo” che rischia, nei prossimi mesi, di aggravarsi ancora di più. Tutto ciò mentre la cosiddetta crisi è, di fatto, più annunciata che reale. Almeno per quanto riguarda alcuni settori. Uno dei principali temi affrontati durante la manifestazione è proprio questo. Durante la pandemia le grandi società e multinazionali, che occupano una fetta considerevole, del tessuto economico, hanno raddoppiato se non quadruplicato in alcuni casi i loro profitti. Ma il pretesto della pandemia viene utilizzato per portare avanti licenziamenti, ristrutturazioni, delocalizzazioni e ricorso continuo al sistema degli appalti per abbassare il costo del lavoro e aumentare la precarietà. Il caso della MT Logistica di Livorno è emblematico. 25 lavoratori mandati a casa nonostante i piazzali del porto siano pieni come mai prima.
Intorno a mezzogiorno una delegazione è stata ricevuta dal consigliere della Presidenza per le crisi aziendali Valerio Fabiani. Prima di affrontare le varie vertenze abbiamo presentato una proposta di modifica radicale della gestione, appunto, delle crisi aziendali. Se da una parte è vero che l’istituzione Regionale ha pochi strumenti in mano per intervenire sulle vertenze dall’altra è davvero impensabile che si continui a tenere separati i piani di intervento.
Da una parte i tavoli di crisi aperti e dall’altra percorsi rivolti all’ottenimento, per le imprese Toscane, di cospicui finanziamenti, sgravi fiscali per le aree di crisi complessa, ammortizzatori sociali a “pioggia” e contributi su progetti Regionali legati alla sicurezza e ai percorsi di certificazione.
Potremmo trovarci di fronte al paradosso in cui abbiamo un imprenditore privato che viene chiamato al tavolo di crisi a fronte magari di licenziamenti mirati o appalti irregolari e contemporaneamente lo stesso rappresentante in altri uffici che chiede ed ottiene sgravi fiscali o finanziamenti a fondo perduto.
Potrebbe succedere, ed è effettivamente successo, che mentre la dirigenza Piaggio di Pontedera è chiamata alle sue responsabilità perché ha deciso di non stabilizzare 25 precarie storiche licenziate contemporaneamente il Presidente Giani si trova insieme a Colaninno per inaugurare la nuova linea di verniciatura pagata anche con soldi pubblici. Tenere separati i due piani, sia dal punto di vista burocratico e tecnico sia da quello politico, è al momento impensabile. I tavoli di crisi rischiano in questo modo di diventare dei vicoli ciechi. Dei percorsi che non trovano mai una vera soluzione.
Dopo aver presentato questa richiesta abbiamo affrontato le varie vertenze territoriali al momento aperte. In questo senso ringraziamo il consigliere Fabiani per la sua disponibilità.
Registriamo dei piccoli passi avanti sia per quanto riguarda i licenziati della CSO sia per la MT Logistica in appalto a Bertani. Per quanto riguarda ENI abbiamo ribadito come la questione degli appalti vada affrontata alla radice chiedendo ad ENI di re-inserire le clausole sociali all’interno delle gare future. Perché al di là delle “parole grosse” espresse dai sindacati confederali uno dei nodi centrali rimane proprio questo. Da qualche tempo ENI, dopo aver esternalizzato praticamente tutte le lavorazioni, ha smesso di inserire clausole di salvaguardia per il personale occupato in raffineria lasciando alle aziende in appalto mano libera su ristrutturazioni e licenziamenti. Questa è una delle battaglie da portare avanti dal punto di vista sindacale.
Altra multinazionale ma condizione lavorativa se possibile, ancora peggiore. Stiamo parlando dell’acciaieria JSW di Piombino. Esempio lampante di come i tavoli di trattativa che vanno avanti ormai da anni, non siano riusciti a portare alcuna soluzione, mentre quasi 1500 operai sopravvivono in cassa integrazione senza alcuna vera prospettiva di reimpiego. Gli storici impianti siderurgici sono stati consegnati nelle mani di una società che non sta investendo un euro nonostante gli accordi e le promesse. Le parole del rappresentante Piombinese al microfono sono state chiare quanto cariche di rabbia e delusione. Fu proprio la Regione Toscana a dichiarare di fronte ad una manifestazione di operai dopo lo spegnimento dell’altoforno: “a piombino si tornerà a colare acciaio”. Ad oggi siamo di fronte ad una occasione persa anche per quanto riguarda la bonifiche e la riconversione ecologica degli impianti. L’apparente contraddizione tra lavoro e salute l’hanno risolta direttamente loro. A Piombino non c’è né l’una né l’altra.
Successivamente abbiamo affrontato anche il tema dei lavoratori e delle lavoratrici degli aeroporti Toscani e dei lavoratori dello spettacolo con la richiesta di istituire un coro unico dei Teatri della Costa a partire dai professionisti del Festiva Pucciniano.
A fine manifestazione è stata annunciata l’intenzione di costruire, a livello nazionale, una giornata di mobilitazione e di sciopero per venerdì 22 aprile con una grande manifestazione a Roma. E’ ora di riprendere in mano il nostro futuro.
USB Toscana